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dc.contributor.authorTomasoni, Francesco-
dc.date.accessioned2018-12-26T17:20:28Z-
dc.date.available2018-12-26T17:20:28Z-
dc.date.issued2018-
dc.identifier.citationTOMASONI, Francesco. Ludwig Feuerbach: l’uomo e la sua alimentazione. Revista Dialectus, Fortaleza, v. 5, n. 12, p. 109-120, jan./jul. 2018.pt_BR
dc.identifier.issn2317-2010-
dc.identifier.urihttp://www.repositorio.ufc.br/handle/riufc/38441-
dc.language.isoitpt_BR
dc.publisherRevista Dialectuspt_BR
dc.titleLudwig Feuerbach: l’uomo e la sua alimentazionept_BR
dc.typeArtigo de Periódicopt_BR
dc.description.abstract-ptbrNel 2015 si è svolto a Milano l’Expo, una manifestazione fieristica dal titolo “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” che in 184 giorni e con 145 nazioni partecipanti, fra cui ovviamente il Brasile, ha avuto 21 milioni di visitatori. Sull’onda di questo evento è tornato di attualità il celebre motto di Feuerbach: «L’uomo è (ist) ciò che mangia (isst)». Nella lingua tedesca l’assonanza fra le terze persone del verbo essere e del verbo mangiare è evidente e suggerisce una stretta relazione fra essere e mangiare. Non a caso i critici dell’epoca vi videro un’espressione di rozzo materialismo, che poteva essere avvicinata alla frase di Karl Vogt: «I pensieri stanno press’a poco nel medesimo rapporto col cervello, come la bile al fegato o l’urina alle reni». Vogt era ben consapevole di usare un’espressione «in un certo senso rozza», ma intendeva dire che «tutte le attività psichiche» erano «solo funzioni della sostanza cerebrale».pt_BR
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